Cambio tappo: alla ricerca dell’immortalità

Ormai il trend è piuttosto chiaro: le aspettative di vita si sono decisamente allungate e vedere novantenni o centenari non fa notizia. Il problema è un altro. L’uomo per sua natura è piuttosto ambizioso e, se da una parte può ritenersi soddisfatto di aver “portato a casa” una manciata di anni in più, dall’altra si indispettisce dal fatto che questi anni in più si vedano.
Siamo dei catalogatori. Di molti oggetti con cui veniamo a contatto vogliamo saperne l’epoca, la data di creazione o magari la loro durata nel tempo: la loro scadenza. Questa nostra sorta di perversione la applichiamo anche agli altri esseri viventi. A chi non è capitato di sentire una frase tipo “prendi un cane di piccola taglia: vive più a lungo”? Mentre consideriamo tutto ciò una cosa piuttosto comune, ci infastidiamo parecchio quando a subire l’insulto del tempo siamo noi. Chi per quanto anziano o cadente vuole essere visto come un “vecchio tacchino” (no, non quelli belli e pasciuti da giorno del ringraziamento USA)? Per questo sono nate cliniche che promettono (e a volte realizzano) veri e propri miracoli. Lifting e ritocchi che ti farebbero uscire indenne anche dalla più severa datazione con Carbonio14.

Il Re-Corking di Penfolds

Penfolds penso non abbia bisogno di presentazioni dato che si tratta di una delle più prestigiose aziende vinicole australiane. La cosa piuttosto interessante è la Re-corking Clinic (tradotto “clinica di ritappamento”). I tappi di sughero, sono soggetti a cambiamenti con il passare del tempo. La perdita di elasticità, per esempio fa si che una buona tenuta non possa più essere garantita con conseguente alterazione del vino. Questo avviene dopo magari 10 o 15 anni e parliamo comunque di bottiglie che meritano di essere conservate per decadi e che sono state tenute lontano da fonti di luce, calore e alla giusta umidità. Quando il tappo inizia a deperire, si può optare per il ritappamento della stessa.
Nel caso si posseggano bottiglie Penfolds, per esempio, ci su può rivolgere alle loro Re-corking clinics che procederanno ad attenta analisi e, prima di intervenire, raccoglieranno più dati possibili come:

  • da chi arriva la bottiglia o dove è stata acquistata
  • in che condizioni è stata conservata
  • per quanto tempo è stata conservata
  • se la bottiglia ha subito perdite
  • se il livello è ancora accettabile (ovvero se il vino arriva al collo della bottiglia)

Dopo di che, se il cliente acconsente (sotto consiglio di un esperto), viene stappata la bottiglia e vengono versati in un bicchiere circa 10/15 ml di vino per procedere con la degustazione. Nel frattempo, nella bottiglia viene introdotto del gas inerte per proteggerne il contenuto.
Se il vino pasa l’analisi gustativa, viene introdotta nella bottiglia una quantità di vino (della stessa tipologia ma di annata più recente) sufficiente a ricolmare l’ammanco e si procede con la tappatura e la capsulatura della bottiglia. Tutta l’operazione viene poi certificata dall’apposizione di una retro etichetta aggiuntiva.
Se Penfolds  è una delle aziende dove questa pratica viene più propagandata, ci sono anche altre realtà che eseguono trattamenti simili. Tra gli altri, per esempio, la toscana Biondi Santi, si propone di ricolmare il vostro prezioso Brunello di Montalcino con Brunello di pari annata della riserva privata della cantina.
A scanso di equivoci, sono comunque operazioni che è meglio non vengano effettuate a livello casalingo.

Tra collezionismo e consumo

La pratica in sé è piuttosto affascinante anche se personalmente la concepisco poco. Non sono un collezionista. Se una bottiglia è nella mia cantina è perché me la voglio bere e l’idea che la stessa possa sopravvivermi mi causa una profonda tristezza.
D’altro canto posso comprendere il collezionista o magari il consumatore lungimirante che vuole, arrivato a una certa età, aprire una bottiglia che risale a un periodo magari particolarmente felice della sua vita.  Scoprire poi che qualcosa di coevo risulti in ottima forma ci legittima a pensare che nulla sia poi perduto, anche per noi. Non è semplicemente una bottiglia ben conservata: è speranza e la speranza vale di più dei pochi (o tanti) spiccioli che si possono spendere per la ritappatura.

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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