Vins Extrêmes: gli eroi del vino arroccati nel Forte di Bard

Il 25 e 26 Novembre più di 60 “eroici” produttori si sono riuniti a Bard (AO) per presentare i loro vini in una location stupenda: il Forte di Bard, un imponente complesso di origine medioevale riedificato dai Savoia nel XIX secolo. Qui ha avuto luogo la seconda edizione di Vins Extrêmes che ha riunito questo manipolo di produttori provenienti da aree di viticoltura “estrema” o “eroica”. A chi si chiedesse ancora in cosa consista la viticoltura eroica viene in aiuto il CERVIM (Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana), il cui comitato tecnico ha stabilito dei parametri:

  • pendenza del terreno superiore a 30%;
  • altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.
  • sistemi viticoli su terrazze e gradoni
  • viticoltura delle piccole isole

L’eroismo dei vignaioli è stato messo alla prova anche dal freddo a cui sono stati sottoposti in questi due giorni. La manifestazione, infatti, si è svolta in una tensostruttura collocata nel cortile del Forte che, purtroppo, non è bastata a proteggere dalla bassa temperatura esterna. Oltre alle persone hanno patito anche molti vini rossi che riuscivano ad essere serviti alla giusta temperatura solo a patto di essere stati quasi “covati” dai loro produttori (eventualità comunque piuttosto remota). Bella invece l’idea di mettere a disposizione una fontanella scavata in un tronco di legno per lavare i bicchieri tra una degustazione e l’altra.
Grande attenzione è stata data ai vini premiati dal concorso del CERVIM: il “Mondial des Vins Extremes”.

Gli assaggi sono stati tanti ma non quanti avrei voluto. Mi sono ritrovato con un malloppo di note e appunti disordinati che ho cercato di sistemare. Di seguito ho riportato gli assaggi che mi hanno lasciato qualcosa in più, divisi per regione e in ordine rigorosamente casuale. Per ogni produttore ho cercato di indicare un solo vino.

Valle d’Aosta

TANTEUN E MARIETTA (Aosta – AO) Sono gli unici ad avere la cantina nella città di Aosta: fratello e sorella impegnati in una produzione limitata ma veramente ben eseguita. Bizelle è il loro Pinot Grigio caratterizzato da note di burro e nocciola tostata. In bocca è ampio con un accenno di grassezza, una leggera sfumatura vanigliata per concludere con un accenno di spezie dolci sul finale.

OTTIN (Aosta – AO) Uno dei pochi produttori della Valle ben conosciuti fuori regione, si dice quasi stupito del grande successo che ottiene il suo Pinot Nero dato che il suo “cavallo di battaglia” è il Fumin. Il Fumin 2015 di Ottin ha un attacco ben deciso sui frutti rossi maturi tra i quali spicca la fragolina di bosco; a seguire alcune note speziate (pepe). In bocca la grande acidità accompagna la ruvidità di questo vino dove spicca una nota di tabacco per terminare con un retrogusto leggermente amaro e decisamente persistente.

CAVE MONT BLANC (Morgex – AO) Purtroppo sono reduci da un’annata climaticamente pessima dove la produzione è stata gravemente compromessa e ci sono dubbi anche per quanto riguarda il prossimo anno. D’altronde i rischi sono molti quando si vendemmia sul tetto del Mondo il vitigno Prié Blanc. Glacier è uno spumante non dosato veramente pulito e diretto. Un vino che spicca per la sua verticalità contornata da una leggera nota minerale. Elegante ma tagliente come una lama.

ERMES PAVESE (Morgex – AO) Se vivi a Morgex devi fare i conti con il vitigno Prié Blanc e con la viticoltura ad alta quota. Il Blanc Morgex 2013 ha un attacco delicato con note floreali e accenni di pera matura per diventare in bocca più complesso con sentori balsamici, un’acidità tagliente e un finale molto secco.

LA SOURCE (Saint Pierre – AO) La source ha una proposta di vini piuttosto ampia: Chardonnay, Cornalin, Petite Arvine, Gamay, Syrah, Torrette… Il loro Torrette Superriore 2015 mi ha veramente colpito con un naso molto ricco: note balsamiche, speziate, frutti rossi. In bocca si apre largo con ricchi sentori di frutta matura per finire con una persistenza davvero lunga.

ROSSET (Quart – AO) Il loro primo vino prodotto è stato lo Chardonnay, poi hanno “allargato” la produzione a Syrah e Cornalin. Il loro Chardonnay 2016 è veramente coinvolgente. Pulitissimo e diretto caratterizzato da un’eccezionale mineralità e note sapide.

CROTTA DI VEGNERON (Chambave – AO) Questa cooperativa è conosciuta soprattutto per il Moscato di Chambave ed in effetti il loro Chambave 2010 è veramente complesso e ricco con alcune note evolutive che ricordano quasi gli idrocarburi. Un vino veramente armonico.

Piemonte

CANTINA DELLA SERRA (Piverone – TO) Si tratta di una cantina sociale a Piverone, nel Canavese specializzata in Erbaluce, Nebbiolo e Barbera. Mi ha colpito il loro Ramblé: un Erbaluce di Caluso che passa almeno 4 mesi in acciaio e subisce frequenti battonage. 10% della massa affina in barrique. In bocca, il vitigno Erbaluce si distingue per la sua alta acidità parzialmente controbilanciata da una leggera grassezza che aggiunge un’interessante matericità.

LE PIANE (Boca – NO) La signora dietro il banco d’assaggio era una profonda conoscitrice/amante del suo territorio al punto che veniva voglia di andare a far visita all’azienda ancor prima di aver assaggiato i vini. Il loro Boca 2009 è veramente un gran vino. Sentori di ciliegia sotto spirito introducono a una beva che inizia austera per poi aprirsi su note più fresche di frutta matura. Profondo, intenso e dalla persistenza veramente lunga.

PIETRO CASSINA (Lessona – BI) Molto interessante il loro metodo classico ma sarebbe un peccato non parlare del Lessona ‘Tanzo 2010, un vino estremamente elegante con note fruttate molto nette, tannini ben levigati e un finale erbaceo molto piacevole.

FRATELLI MARCO (Loranzè – TO) Due fratelli: un ingegnere e un architetto “prestati” all’agricoltura anche se, assaggiando il loro vini, sembrerebbe il contrario. Nèmore 2016 è un nebbiolo giovanissimo, molto pulito, leggero, verticale con un buon frutto, una lunghezza considerevole e un finale che apre alle note di ciliegia appena matura.

Liguria

LA BAIA DEL SOLE CANTINE FEDERICI (Ortonovo – SP) Il loro Colli di Luni Vermentino Oro D’Isée 2016 mi ha veramente rapito. Al naso è ricco e “inconfondibilmente Vermentino”. In bocca è quasi grasso con forti sentori di pera e albicocca matura che si trascinano fin sul finale.

Trentino Alto Adige

CANTINA VALLE ISARCO (Chiusa – BZ) Scegliere un solo vino di questa azienda è stato difficile. Raramente si riesce a trovare una proposta così consistente. L’Aristos Kerner 2016 comunque mi ha rapito con la sua aromaticità, il suo ricco fruttato, una piacevole vena sapida e l’acidità affilata. Al naso sembra voler concedere molto mentre in bocca il sorso è molto teso.

ABBAZIA DI NOVACELLA (Novacella – BZ) Anche in questo caso ho trovato una produzione vasta e di tutto rispetto. A mio gusto spicca un vitigno (e un vino) che amo particolarmente: il Gruner Veltliner che qui sembra trovarsi decisamente a suo agio (anche perchè la distanza dall’Austria non è poi molta). L’attacco quasi dolce lascia spazio a sentori più alcolici e a una mineralità esuberante che vira su note marcatamente saline.

Abruzzo

CASTELSIMONI (L’Aquila -AQ) Siamo in Abruzzo ma la proprietaria ci tiene a rimarcare la posizione dell’azienda collocata sulle montagne. Non è posto per il Montepulciano d’Abruzzo mentre vini dallo spirito “nordico” si sono trovati più a loro agio. Un esempio è il Lupa Bianca Riesling Renano 2015 con la sua acidità veramente marcata, alcune note molto sfumate di idrocarburo e una lunghezza record. Complessità e sorso teso.

Campania

MARISA CUOMO (Furore – SA) Il suo Furore Costa d’Amalfi Bianco  non ha bisogno di presentazioni. Vibrante e intenso, piacevole mix di Falanghina e Biancolella offre un ventaglio aromatico intenso dalle note di mela appena tagliata a sfumature più tropicali. In bocca è “croccante”, minerale e ampio con i sentori della macchia mediterranea.

Sicilia

PUNTA ARIA (Vulcano – ME) Le foto dell’Isola di Vulcano bastavano già da sole a scaldare l’ambiente. La Malvasia delle Lipari Passito di Punta aria è un vino che supera il “ricco” per sfociare quasi nell’opulento con aromi marcati di uva sultanina e miele. Acidità volatile decisamente percettibile ma ben integrata con la ricchezza di questo vino veramente intenso.

Da questo Vins Extrêmes 2017 sono tornato a casa con ancora viva la sensazione di freddo che ha segnato la manifestazione unita al calore dei vignaioli entusiasti di raccontare i loro territori che, seppur faticosi da coltivare, ripagano tutti gli sforzi una volta nel bicchiere. Al prossimo Vins Extrêmes!

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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