NIZZA DOCG: da sottozona a “zonazione”

Oggi vi portiamo a Nizza Monferrato, comune  piemontese di poco più di 10.000 abitanti tra le città di Asti, Alba e Alessandria. Siamo nella patria del vitigno Barbera che dà vita ad un vino importante: il Nizza DOCG.

Era il 2000 quando un decreto permise di aggiungere sulle etichette di Barbera d’Asti DOC Superiore (divenuto DOCG nel 2008) la sottozona Nizza (riconoscendo anche le altre due sottozone: Tinella e Colli Astiani) e da allora di strada ne è stata fatta molta.

2014: un anno magico

Il 2014 è stato un anno importante sia per la città di nizza sia per il Nizza DOCG. Il paesaggio vinicolo di Nizza entra a far parte del Patrimonio dell’umanità protetto dall’UNESCO. Nel frattempo il vino Nizza aveva già tagliato il “cordone ombelicale” che lo legava alla DOCG Barbera d’Asti con la creazione della nuova DOCG Nizza (ne parlavamo QUI) che è possibile utilizzare a partire dall’annata 2014 appunto permettendo ai produttori di lavorare sull’identità del territorio.

Entra in campo il cartografo dei grandi CRU

Il Nizza non è un vino che si accontenta di esistere e di coesistere assieme alle altre realtà produttive locali. I produttori vogliono rimarcare la forte connotazione territoriale di questa DOCG. Così inizia un lavoro lungo che dal 2016 porta nei 18 comuni del Nizza Alessandro Masnaghetti, uno dei più stimati cartografi in ambito vinicolo. A lui si devono già opere importanti come Barolo M.G.A. e Barbaresco M.G.A. (ovvero la mappatura delle Menzioni Geografiche Aggiuntive di queste 2 importanti DOCG piemontesi). Il Nizza può così mostrare le sue sfaccettature collina per collina, vigneto per vigneto al pari dei grandi CRU del mondo.

Non una zonazione in senso stretto

Siamo nel 2018, precisamente il 24 febbraio, quando Alessandro Masnaghetti e l’Associazione Produttori del Nizza svelano la mappa dei CRU del Nizza. Non una zonazione in quanto sulla mappa non si evidenziano classificazioni delle zone. La mappa è uno strumento chiave per leggere, capire e comunicare il territorio. Una novità rivoluzionaria per il territorio astigiano che vede i produttori protagonisti di un atto di trasparenza e di grande comunicazione: mostrare esattamente dove sono i loro vigneti e su che tipo di terreno. Così va a comporsi un mosaico territoriale che ora è possibile comprendere.

Per fare un mosaico ci vogliono tessere diverse

Per poter creare un’immagine attraverso la tecnica del mosaico ci vogliono tessere di forma e colore differenti. Osservando la nuova mappa e assaggiando i vini dei diversi produttori si può notare come il Nizza sia questo: un mosaico. Una moltitudine di differenze di suoli e microclimi che vanno a caratterizzare ciascun vino donando sfumature e peculiarità uniche creando però “un’immagine”molto chiara di questa DOCG che si concretizza in un’omogeneità a livello qualitativo rendendo il Nizza un vino nel contempo territoriale e riconoscibile.

Un territorio da esplorare

La mappa del Nizza è lo strumento giusto per partire all’esplorazione del territorio. Uno dei migliori punti di partenza è senza dubbio l’Enoteca del Nizza, aperta ogni giorno, racchiude al suo interno più di 300 etichette del territorio e rappresenta una guida affidabile alla scoperta del vino e dei produttori locali. Il Nizza però non è nulla senza il suo motore pulsante: i produttori! L’occasione migliore per conoscerli è venire a Nizza Monferrato il 12 e il 13 maggio 2018 in occasione di Nizza è Barbera: l’evento che coinvolge tutta la città con degustazioni, seminari ed eventi correlati.

Io forse sono un po’ di parte, in quanto nicese, però devo confessarvi che, da amante del vino, è bello scoprire che la propria terra sta diventando una delle più interessanti mete enoturistiche.
Quando venite a trovarci?

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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