Barbaresco a tavola: l’annata 2015 esce allo scoperto.

Da 25 anni a questa parte, la nuova annata del Barbaresco si presenta al grande pubblico in occasione di “Barbaresco a tavola”. 14 ristoranti della zona (Barbaresco, Neive, Treiso e Alba) ospitano per tre venerdì consecutivi (11, 18 e 25 maggio) una ventina di Barbaresco 2015, diversi per ogni serata, abbinati a un menu tipico.
Queste serate, quasi sempre sold out, rappresentano un’opportunità unica per prendere contatto con la nuova annata. Venerdì 18 maggio, assieme a un gruppo di fidati Sommelier, siamo andati alla Trattoria del Risorgimento di Treiso.

Annata 2015

La 2015 viene considerata un’annata da cinque stelle nelle Langhe.  Abbondanti nevicate invernali (fonte di una buona riserva idrica), primavera mite che ha favorito un germogliamento e una fioritura leggermente anticipati rispetto al 2014. Precipitazioni tra maggio e giugno che si sono poi placate poi fino a luglio. Temperature che hanno avuto anche picchi fino a 40°C con una media attorno ai 30°C senza aver causato però eccessivo stress idrico. Produzioni quantitative nella norma. Dal punto di vista della sanità delle uve il 2015 risulta una delle migliori annate degli ultimi anni. Il Nebbiolo è giunto perfettamente a maturazione, seppur con un leggero anticipo rispetto alla media degli ultimi anni. Si nota un’eccellente qualità dei tannini tale da garantire vini strutturati, eleganti e longevi. Con queste premesse le aspettative sono piuttosto alte.

Il menu della serata

La Trattoria del Risorgimento ha un aspetto piuttosto tradizionale che si riflette anche nella sua proposta a tavola. Il menù della serata prevedeva, come antipasti, la tipica carne cruda di fassona piemontese e delle crespelle agli asparagi con fonduta di Raschera DOP. Piatto forte della serata i tajarin al ragù: ben fatti (anche se più sottili dei classici tajarin langaroli), giustamente cotti e con un sugo saporito. A seguire,  uno stinco stracotto accompagnato da patate e carote. Fragole e gelato chiudono la cena. Prezzo del menù comprensivo della degustazione dei 21 Barbaresco 2015: 55€. Decisamente equilibrato.

I 21 Barbaresco in degustazione

Ventuno bottiglie, servite rigorosamente alla cieca e svelate solo a fine serata:

  1. Cascina Morassino – Ovello
  2. Fontanabianca – Bordini
  3. Lodali – Rocche dei 7 fratelli
  4. Carlo Giacosa – Montefico
  5. Runchet
  6. Sassi San Cristoforo
  7. Grimaldi – Manzola
  8. Rattalino – Quarantadue
  9. Cascina Longoria – Bordini
  10. Il Bricco – Brichet
  11. Cascina Rabaglio – Gaia Principe
  12. Piazzo
  13. Michele Chiarlo – Palás
  14. Massimo Rivetti – Froi
  15. Pellissero – Nubiola
  16. Boffa – Pajè
  17. Cascina Alberta – Giacone
  18. Rinaldi Pietro – San Cristoforo
  19. Fletcher Wines – Recta Pete
  20. Mustela – Karmico
  21. Sarotto – Gaia Principe

Un’idea generale

Una grande annata dove però, in molti casi, l’alcolicità ha avuto la prevalenza sulle altre componenti. Barbaresco che sembrano leggermente più pronti alla beva talvolta a sacrificio di eleganza e longevità. In alcuni casi il finale di bocca è stato penalizzato da sensazioni prevalentemente amare. Pienezza di frutto, ampiezza e struttura fanno però ben sperare quando questi Barbaresco avranno raggiunto la loro maturità.

I miei TOP 5

Scegliere le migliori 3 bottiglie non è facile, preferisco fare un “podio allargato” e già restringere a 5 è stata cosa ardua. Al di là di degustazioni tecniche, in una cena, quello che conta è la piacevolezza e io, portafogli alla mano, avessi dovuto acquistare avrei scelto così:

  1. Lodali: il Rocche dei 7 fratelli è un Barbaresco con un bel naso dinamico con accenni di selvaggina, note balsamiche e uno sbuffo alcolico. In bocca è leggero ma elegante con un bel finale di ciliegia mediamente lungo.
  2. Il Bricco: Brichet è stato un vino che generalmente ha trovato d’accordo tutto il tavolo. Naso prevalentemente floreale dove spicca la viola mammola. La bocca spiazza con un accenno quasi salato che però invita al sorso successivo. Forse la longevità non sarà il suo forte; di contro, però, e già godibilissimo da subito.
  3. Cascina Rabaglio: Gaia Principe ha un naso decisamente complesso dove la viola e la ciliegia sono le note più nette che si ripropongono anche in bocca. Un Barbaresco che si gioca le sue carte sull’ampiezza per poi uscire in modo decisamente pulito.
  4. Piazzo: un Barbaresco un po’più austero che stupisce per un naso molto elegante. In un secondo momento appare una ciliegia fresca, “croccante”. In bocca il tannino lo mantiene ben composto e diretto. Il finale è particolarmente piacevole con accenni di fiori appassiti.
  5. Boffa: naso complesso e intrigante per questo Pajè che mostra il suo doppio animo giocato tra note di sottobosco contrapposte a un profumo pieno di ciliegia rifinito da accenni balsamici di menta. In bocca una ciliegia fragrante viene “coccolata” da un tannino già piuttosto levigato. Particolarmente piacevole il finale mediamente lungo dominato dall’amarena.

Preciso che i TOP 5 sono stati inseriti in ordine di servizio e non di preferenza.

C’è ancora un venerdì a disposizione per prendere contatto con questa annata godendo della manifestazione Barbaresco a Tavola.
Per info visitate il sito dell’Enoteca Regionale del Barbaresco.

Crediti: le note sulla vendemmia 2015 sono state prese dal comunicato del  Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Langhe Alba e Dogliani

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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