Bellet AOC: la Costa Azzurra che non ti aspetti

Dici Costa Azzurra e pensi subito al mare, all’estate e ai ristorantini uno in fila all’altro affollati dai turisti. Proprio sopra i tavoli di quei ristoranti si possono scorgere glacette contenenti bottiglie solitamente di Champagne o di vini rosati prevalentemente provenienti dalla vicina zona del Var: nessun vino realmente locale.
Sono in pochi a sapere che a ovest della città di Nice esiste una piccola produzione di vini diventati AOC (come le nostre DOC o DOP se vogliamo tirare in ballo la denominazione europea) nel 1941. Si tratta dei vigneti tra i più antichi di Francia. 15 tra viticoltori e commercianti si adoperano nella produzione e nella commercializzazione di vini rossi, bianchi e rosati per un totale di appena 120.000 bottiglie all’anno.

Una posizione particolare

I vigneti di Bellet hanno la particolarità di essere situati interamente all’interno dell’area della città di Nice (Alpes-Maritimes). Le coltivazioni avvengono su terrazzamenti dai 200 ai 400 metri slm su terreni prevalentemente sabbiosi che godono di circa 2700 ore di sole all’anno (conosco diverse persone che vorrebbero essere “piantate” lì).

Vitigni e vini

I principali vitigni a bacca bianca sono:

  • Rolle, che equivale al nostro Vermentino
  • Roussanne, vitigno a bacca bianca diffuso principalmente nella valle del Rodano
  • Spagnol (detto anche Mayorquin)

ai quali si aggiungono altri vitigni sempre a bacca bianca ritenuti secondari utilizzabili per non più del 40% dell’intera composizione del vino. Questi sono: Clairette, Bourboulenc, Chardonnay, Pigneron e Muscat à petit grain.

I vitigni a bacca rossa, invece, sono:

  • Folle Noire, conosciuto fuori dalla provenza come Fuëlla Nera
  • Braquet, vitigno raro utilizzato solo in Provenza
  • Cinsault, vitigno originario della Provenza che si è successivamente diffuso nella Valle del Rodano e nella Languedoc-Roussillon
  • Grenache Noire (il nostro Cannonau)

Inoltre, per la produzione dei vini rossi, è possibile utilizzare i vitigni a bacca bianca per un massimo del 40% sul totale.

Sotto la denominazione Bellet vengono prodotti vini bianchi, rosati e rossi.
I vini bianchi sono ottenuti con una vinificazione classica con affinamento sui lieviti; i rosati sono de saignée o salasso (ne parlavamo QUI) mentre i vini rossi richiedono come minimo un anno di affinamento prima di essere messi in commercio.

15 vinificatori per 120.000 bottiglie

L’AOC Bellet ha pochi protagonisti, infatti  sono solo in 15 i vinificatori: 13 cantine private, 1 cantina cooperativa e 1 commerciante. Sono sei i Domaine principali:

Questi si dividono 55 ettari della AOC Bellet per un totale di appena 120.000 bottiglie.
Purtroppo l’esiguità di questa produzione si riflette sui prezzi non propriamente nazionalpopolari: è difficile trovare una bottiglia sotto i 20€. L’accoglienza non è poi a livello di altre zone vinicole più rinomate: risulta difficile trovare indicazioni e informazioni una volta che si giunge sul territorio. Purtroppo, l’anno scorso, dopo aver contattato a mezzo e-mail uno dei Domaine per poter effettuare una visita (a pagamento), non ho ricevuto risposta…

Un paio di assaggi

Vista la scarsa reperibilità di vini a denominazione Bellet, purtroppo, sono riuscito a procurarmi solo un paio di bottiglie, in occasione di una vacanza.

Domaine de la Source Bellet AOC blanc 2013
Vitigno: 100% Rolle
Colore giallo paglierino decisamente carico. Al naso note di pompelmo, agrumi e fiori bianchi con un leggero sentore di ossidazione. In bocca spicca una buona acidità, note agrumate e soprattutto una notevole potenza. Grasso e ricco di glicerina lascia la bocca comunque pulita con sensazioni retro olfattive gradevoli e persistenti.

Château de Bellet AOC rouge 2011
Vitigno: 70 % Folle Noire, 30 % Grenache Noir
Di colore rosso rubino scuro, al naso ha note suadenti di prugna matura e ciliegia durone con sottili sfumature che ricordano la viola. In bocca apre imponente per poi perdersi un po’ in centro bocca. Le sensazioni di frutta matura lasciano spazio a un legno non ancora perfettamente integrato che sovrasta gli altri sapori soprattutto in fine di bocca.

 

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail