Austria: una piccola terra di bellezza

In termini geografici l’Austria è proprio dietro l’angolo, ma resta molto lontana dai bicchieri degli Italiani. Discorso, ahimè, che vale per la maggior parte dei paesi produttori di vino, a eccezione della Francia, ma che grazie all’e-commerce e alla serate organizzate dalle varie associazioni di appassionati e professionisti del vino non scoraggia chi come noi ha fame di conoscenza e sete di vini che parlino le lingue più disparate.

Oggi vi portiamo alla scoperta di questo angolo di paradiso, dove la viticoltura ha radici antichissime e le nuove generazioni di vignaioli ed enologi sono sempre più proiettate verso un futuro roseo e internazionale. Vi raccontiamo l’Austria – in sette rapidi punti.

1. Il clima

L’Austria è un paese relativamente piccolo, occupato nella parte centrale e occidentale da montagne, a nord dalla piana del Danubio e a est e sud-est dalle propaggini della pianura ungherese. Quindi, la maggior parte del vino si produce a est, a latitudini simili a quelle della Borgogna. Qui il clima è particolarmente favorevole alla coltivazione della vite: moderato continentale con influenze mediterranee nelle zone più a sud, forti escursioni termiche giornaliere, e una buona ventilazione (correnti fredde da nord e venti più tiepidi dalla pianura pannonica). La stagione autunnale è abbastanza lunga da consentire una buona maturazione delle uve e lo sviluppo di muffa nobile dove/quando l’umidità lo permette. Normalmente, le condizioni climatiche sono più stabili che nelle regioni vitivinicole europee più a nord, anche grazie alla presenza del Danubio e di altri fiumi e laghi.

2. I suoli

Il panorama austriaco è mozzafiato: pendii ripidi, vallate, dolci colline e terrazzamenti. La varietà dei suoli è uno degli elementi principali che determinano la ricchezza e l’unicità dei singoli terroir. Si incontrano terrazze rocciose (gneiss, Danubio), loess (Bassa Austria), suoli vulcanici (Kamptal, Stiria), argilla, sabbia e calcare (Burgerland, Stiria). Il substrato roccioso determina la scelta della varietà coltivata, il metodo di gestione del vigneto, ma anche il tipo di interazione tra il terreno e la vite, che si rispecchierà nel vino finito.

3. I vitigni

I vitigni ammessi sono numerosi: 22 bianchi e 13 rossi. Tra le varietà internazionali spiccano Riesling e Pinot Nero, ma il vero portabandiera dell’enologia austriaca è il Grüner Veltliner, bianco autoctono che da solo occupa circa un terzo di tutta la superficie vitata. Negli ultimi vent’anni l’importanza del vino rosso è raddoppiata e oggi questa tipologia rappresenta circa il 34% dei vigneti. Le varietà più diffuse sono ibride (Zweigelt) o autoctone (Blaufränkisch, St. Laurent).

4. La tradizione

Il vino è parte integrante della cultura austriaca. Già i celti nel 700 AC consumavano uva, come dimostrano i resti di vinaccioli scoperti in una tomba a Zagersdorf, nel Burgenland, e altri ritrovamenti risalenti all’età del bronzo nella Traisental e nel Weinviertel. La coltivazione sistematica della vite inizia con i Romani e prosegue fino ai giorni nostri, con alti e bassi segnati dai corsi e ricorsi della storia che hanno interessato e sconvolto nei secoli anche buona parte del resto d’Europa. Particolarmente importante è la nascita nel 1986 della Österreichische Weinmarketingservicegesellschaft (ÖWM società austriaca per il marketing del vino), seguita nel 1991 dall’Accademia Austriaca del Vino di Rust. La promozione passa anche e soprattutto per il turismo. Relax in mezzo ai vigneti e architettura post moderna: sono i Loisium (Photo License weisserstier & CC).

5. Le persone

Senza nulla togliere alla tradizione e alla lunga storia enologica dell’Austria, il crescente successo dei suoi vini a livello globale è dovuto in gran parte all’ottimo lavoro di promozione e formazione promosso dalle organizzazioni competenti. Il motore del miglioramento sono i giovani, portatori di idee e competenze di respiro internazionale. L’immagine dell’enologia austriaca è fresca e vitale e strizza l’occhio al futuro, senza temere il confronto con le altre realtà, anzi, traendone beneficio. Un ruolo molto importante è svolto anche dai centri di ricerca e sperimentazione, come l’Istituto federale per la viticoltura e pomologia di Klosterneuburg, dove sono stati sviluppati molti vitigni ibridi.

6. Il rispetto per la natura

Il 20% della produzione agricola austriaca è classificato come biologico. I vini in questa categoria hanno ormai raggiunto il 10% circa, mentre il 75% deriva da agricoltura integrata. Il massimo rispetto della natura è una regola condivisa e consolidata, motivo di pregio ma non di vanto (a differenza di quanto accade molto spesso in Italia), e rappresenta uno dei tanti ingredienti alla base della garanzia di qualità e unicità dei vini austriaci. Alla globalizzazione (grandi marchi, produzione industriale, standardizzazione e considerazione del vino in una pura ottica commerciale) l’Austria risponde con l’autenticità che solo piccole imprese a livello famigliare, rese bassissime (massimo 67,5 hl/ha), e una produzione artigianale e rispettosa della natura possono garantire.

7. L’incontro con il cibo

Infine, il momento di massimo godimento: l’abbinamento vino-cibo. La cucina locale è solo il matrimonio più scontato, perché la fragranza e l’eleganza dei vini austriaci sono un ottimo compagno per molti piatti della tradizione mediterranea e dell’Europa continentale. Voglia di qualcosa di più esotico? Nessun problema: provate con la cucina asiatica o fusion. Ce n’è per tutti i gusti. I vini austriaci coprono tutti gli stili, dal più immediato e fruttato ai rossi intensi e complessi, senza dimenticare i muffati come il leggendario Ruster Ausbruch.

I fondamentali

Vi lasciamo con alcune informazioni fondamentali per un avvicinamento corretto e consapevole ai vini austriaci. In parte, le riprenderemo in modo più approfondito in un prossimo articolo dedicato al Grüner Veltliner, ma la cosa migliore è ascoltare la storia della tradizione vinicola di questo Paese direttamente da chi la vive ogni giorno con passione e dedizione e si impegna per promuoverla nel mondo. Da questo punto di vista, il sito della ÖWM è una miniera inesauribile di informazioni.

  • Legislazione ed etichetta: le leggi che regolano la classificazione dei vini austriaci in termini di qualità sono molto simili a quelle tedesche, con alcune specificità e un progressivo avvicinamento a sistemi più noti e “semplici” (si fa per dire) come quello francese e italiano. La piramide della qualità comprende le denominazioni Wein (Tafelwein, vino da tavola fino al 2009), Landwein (corrispondente a un IGP e proveniente dalle tre regioni vinicole Weinland, Bergland e Steierland) e Qualitätswein (corrispondente a un DOP).
  • I vini di qualità si articolano su due livelli: Qualitätsweine provenienti da 9 zone vinicole generiche (corrispondenti agli stati federali, le principali sono Niederösterreich, Burgenland, Steiermark e Wien), che consentono ai produttori di lavorare in modo più flessibile e diversificato; Qualitätsweine da zone vinicole specifiche (9 DAC – Districtus Austriae Controllatus, e altri 7 in fase di approvazione), incentrati sull’identità e la specificità del territorio.
  • I Qualitätsweine sono classificati, come in Germania, in base al tenore zuccherino. La categorie sono le stesse con l’aggiunta di Strohwein/Schilfwein (appassimento delle uve di almeno tre mesi su paglia o canniccio oppure appese) e Ausbruch (prodotto esclusivamente da uve stramature colpite da muffa nobile e appassite in modo naturale).
  • I vini spumanti (Sekt) sono in forte crescita e si distinguono in tre livelli qualitativi (ordine crescente): Klassik (uve locali, tutti i metodi consentiti, min. 9 mesi sui lieviti), Reserve (origine: uno stato federale singolo, solo metodo tradizionale, min. 18 mesi sui lieviti) e Groβe Reserve (origine: singolo comune, solo metodo tradizionale, min. 30 mesi sui lieviti).

Infine, alcuni dati che ci consentono di misurare l’industria del vino in Austria:

  • quality sealSuperficie vitata: 45.908 ha, di cui il 13.517 ha coltivati a Grüner Veltliner (2009)
  • Produzione: ca. 250 milioni di litri
  • Import/export: ca. 50/70 milioni di litri (2014)
  • Più di 20.000 viticoltori, con una media di 2,26 ha ciascuno
  • Valore dell’export nel 2014: 145 milioni di euro (in continua crescita)
  • Mercati di destinazione principali: Germania (35,7 milioni di litri), seguita da Svizzera e USA (ca. 2,5-2 milioni di litri) e Paesi Bassi (1,9 milioni di litri) (2014)
  • L’Italia stravince sul fronte importazione con l’84% dei vini bianchi e l’80% ca. dei vini rossi (2014)

Fonte dati: ÖWM, www.oesterreichwein.at – 7 elementi di unicità

 

Vineyards at www.bio-weinbau.at – Photo License hjjanisch (Flickr)

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Elisa Pesce

Esperto assaggiatore ONAV, assaggiatore ONAF, WSET Advanced in Wines & Spirits nonché tecnico di marketing per l'enoturismo. Dato che la vita è una sola, preferisco sia il più incasinata possibile: il vino è l'unico modo per mantenere l'equilibrio. Vistita il mio Blog o scrivimi una mail

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