Frasca La Guaragna: da New York al Monferrato

A fine 2022 mi è stata offerta l’opportunità di fare una degustazione dei vini di Frasca La Guaragna nella loro sede provvisoria di Canelli. Dico provvisoria perché il nome “La Guaragna” è quello dall’omonima cascina in Nizza Monferrato (AT) che attualmente è in ristrutturazione e, nell’arco di 2 o 3 anni, accoglierà la cantina. Il nome Frasca è invece da ricondursi a Curt Frasca, importante imprenditore e discografico Italo-Americano di stanza a New York che, assieme alla moglie Sabelle e all’enologo Matteo Gerbi, ha dato vita al progetto Frasca La Guaragna nel 2018.

 

Cos’è ma soprattutto cosa non è Frasca La Guaragna

Da questo breve preambolo sembrerebbe una storia che sa di déjà vu: il ricco imprenditore americano che arriva nel villaggio di campagna lanciando borse (meglio se Louis Vuitton) piene di soldi per costruire l’ennesima megacantina super high tech e poter vantare con gli amici d’oltreoceano di avere una bottiglia che porta il suo nome. Ecco, le cose non stanno esattamente così. Questa è una storia d’amore, verso le nostre colline, verso piatti della tradizione come i ravioli al plin e verso i nostri grandi vini. È così che nel 2017 Curt Frasca ha iniziato a sondare quali terreni acquistare e ad assaggiare i diversi vini del territorio assieme alla moglie e a Matteo Gerbi. Per lui era inconcepibile che, nella sua America, si conoscesse così poco il Monferrato. 

 

Un mosaico di terreni e vitigni

Frasca La Guaragna consta di diversi terreni che sono strati acquistati man mano. Anche qui un plauso all’azienda che, pur essendo “Barbera-centrica”, ha deciso di di preservare alcuni vitigni che non erano nel progetto iniziale (come il Grignolino e la Freisa per esempio) ma erano a dimora da anni nei terreni acquisiti. Scelte volte a preservare le indentità delle vigne mettendo in primo piano il territorio. Tra le viti preservate, quelle nei filari della “Veja”: datate 1930 solo perché precedentemente non esisteva ancora l’apposito registro.
Le vigne sono site in quattro aree di tre Comuni:

Guaragna – Mandolone
10,2 ettari nel comune di Nizza Monferrato vitati a Barbera, Moscato, Arneis e Riesling

Bologna – Casareggio – Molosso
4,5 ettari nel Comune di Agliano Terme vitati a Grignolino e Barbera ed è qu che dimora “La Veja”

Monte Albano – Burio – San Colombano
7 ettari nel Comune di Moasca vitati a Barbera, Moscato, Grignolino e Freisa

Annunziata – Cremosina
2 ettari nel Comune di Nizza Monferrato vitati a Barbera

 

Una cantina in divenire e un team coeso

Dato che la cascina La Guaragna, che ospiterà sia la cantina sia le aree di ricettività dell’azienda, è in fase di ristrutturazione, sono stato calorosamente accolto nella sede provvisoria di Canelli. Un capannone in zona industriale che, sorprendentemente, è stato allestito per ospitare le attrezzature di cantina, gli uffici, un’area punto vendita e una sala degustazioni.
Proprio quest’ultima tradisce ampiamente l’aspetto industriale esteriore dimostrandosi una zona confortevole e accogliente.
Curiosità sulla cantina: tutte le botti e le vasche scelte verranno poi trasferite a La Guaragna una volta terminati i lavori di adeguamento quindi, se pur in un ambiente provvisorio, in Frasca stanno già vinificando con attrezzature definitive. A darmi il benvenuto, dapprima Gabriele Mortarotti, agronomo e responsabile degli aspetti certificativi e Federico Raviola, responsabile commerciale. Poi si è unito a noi l’enologo Matteo Gerbi. Non è facile spiegare a parole il feeling che c’è tra i tre: figure che si completano a vicenda e che infondono la sensazione di lavorare per un obiettivo comune e condiviso.

 

La degustazione

Ho avuto la fortuna di poter assaggiare quasi tutta la produzione di Frasca La Guaragna ad eccezione della Barbera d’Asti DOCG “La Veja” perché, buon per loro, al momento della degustazione era esaurita; ma prima o poi recupererò…

“Sèj” Monferrato DOC Bianco 2021
(85% Arneis, 15% Riesling Renano)
Il protagonista è l’Arneis con le sue note fruttate, già a partire dal naso, mentre il Riesling dona una bella freschezza che non pregiudica un sorso piuttosto largo in bocca. Buona complessità e lunghezza, bella avvolgenza e ineccepibile pulizia. Il nome “Sèj” (sete in piemontese) quasi non rende giustizia a un vino che ambisce a posizioni ben più importanti a tavola.

“Tardoché” Piemonte DOC Riesling 2021
Riesling riconoscibile anche alla cieca. Super tirato, teso come una corda di violino ma oltre alla sensazione di avere una lama in bocca c’è di più. Polpa e sostanza. Buono così giovane ma il suo campionato verrà giocato tra qualche anno. Cresci bene!

Barbera d’Asti DOCG 2020
Una Barbera vinificata in acciaio molto spinta sul frutto: tanta ciliegia matura, poi note terrose e spezie. Sapido e fresco pur mantenendo un buon equilibrio. Un vino che fa lavorare bene la bocca.

Nizza DOCG 2019
Un vino importante, complesso con naso e bocca che si dividono tra la frutta rossa matura e il sottobosco. Sapido ma soprattutto dinamico, quello che non ci si aspetterebbe da un vino così ma che fa molto piacere trovare.

Grignolino d’Asti DOC 2021
Il vino che mi ha stupito di più, forse perché il Grignolino non è un’uva facile da vinificare ed è più frequente imbattersi in vini mediocri piuttosto che ben fatti come questo. Accenni quasi balsamici, potpourri di fiori, poi pepe e pimento. Il tannino è giustamente presente ma non fastidiosamente graffiante. Il finale è molto elegante e privo di quella tendenza amarognola comune a molti grignolini.

Freisa d’Asti DOC 2020
Un altro vitigno difficile da trattare, parente del Nebbiolo ma più “rustico”. In questo caso le note di sottobosco si fondono con accenni di caffè e frutta a polpa scura. Un vino austero e profondo, ben teso con una buona freschezza. Ancora un po’ chiuso, si esprimerà al meglio con qualche anno sulle spalle.

 

In conclusione, il progetto Frasca La Guaragna mi è sembrato nitido, “a fuoco” e volto ad ottimizzare le risorse aziendali come i terreni e i vigneti in modo da estrarre il massimo dalle uve. Ne risultano vini più che mai autentici e che vogliono dire qualcosa il che, nel periodo attuale, non è un aspetto di poco conto. Vini che hanno un perché, una ragione di esistere e che danno un motivo per essere scelti. Per quello che conta, mi hanno convinto e mi ha fatto piacere imbattermi in una realtà nuova che sembra voler investire seriamente nel territorio in cui vivo.

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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