Champagne Challenge 2022: le 3 sfide di Bureau du Champagne Italia

Con lo Champagne Challenge, quest’anno, il Bureau du Champagne ha cambiato le carte in tavola. Abituato a partecipare al consueto evento di novembre, le masterclass de l’Académie du Champagne, sono rimasto colpito dalla scelta del Bureau du Champagne Italia di proporre un nuovo format per perseguire i suoi obiettivi: la destagionalizzazione e la maggiore fruibilità e accessibilità dello Champagne. Onestamente ero un po’ scettico all’idea di un “gioco” (o sfida) a tema Champagne essendo abituato alle masterclass di grande valore offerte dal Bureau. Lezioni guidate dagli ambasciatori italiano dello Campagne. Ebbene, mi sono dovuto ricredere.

Andiamo con ordine.
La formula prevedeva 3 squadre, da circa dieci persone, che prendevano ciascuna il nome di uno dei principali 3 vitigni della Champagne (Chardonnay, Pinot Noir e Meunier, la squadra in cui ero). Chi non conoscesse gli altri 4 vitigni può dare un’occhiata a questo vecchio post. In una mattinata, dalle 9.30 alle 13.30 (ed è stata ripetuta una sessione nel pomeriggio per un secondo gruppo), si sono svolte 3 sfide in tre sale diverse dell’hotel Principe di Savoia di Milano gestite dagli ambasciatori dello Champagne Claudia Nicoli, Pietro Palma e Marco Chiesa.
Ogni squadra iniziava da una sala e, dopo un’ora, si spostava in quella successiva. Vi porto virtualmente con me nel percorso del Champagne Challenge della squadra “Meunier”.

 

Sala 1 – Champagne Challenge: prima sfida

Come in tutte le sale a seguire si parte con un quiz per rompere il ghiaccio. In questo caso, dovevano scegliere alla cieca 5 carte (una per argomento), su 20 disponibili, che nascondevano domande a proposito di terroir, denominazione, elaborazione dello Champagne, Champagne in numeri e sviluppo sostenibile. In base alla nostra propensione al rischio, potevamo scegliere domande dal valore di 8, 5, 3 o 1 punto che venivano aggiunti in caso di risposta positiva o sottratti in caso di errore. Beh, il nostro gruppo ha inanellato due risposte da 8pt, due da 5pt e una da 3pt tutte corrette.
Al termine del quiz siamo entrati nel vivo della sfida con l’abbinamento cibo-Champagne guidato da Pietro Palma. Diviso il gruppo a metà, sono stati serviti due vini per tavolo: nel mio un Blanc de Blancs e un Blanc de Noir mentre nell’altro un Sans année e un Rosé. Siamo stati chiamati a stabilire, in ogni tavolo, quale fosse il miglior abbinamento di ciascun vino con una delle proposte gastronomiche a scelta tra: pan brioche con acciuga del Cantabrico, salmone affumicato con aneto, tartare di vitello alla senape, focaccia con speck e gorgonzola e Parmigiano Reggiano stagionato.
Una ricerca delle sfumature di un vino versatile che, nelle sue diverse interpretazioni, si presta a esaltare diversi piatti. La dimostrazione di come la denominazione sia sfaccettata e possa offrire differenti apporti alla tavola: ad ogni Champagne il suo abbinamento.

Primo quiz Abbinamenti cibo-Champagne

 

Sala 2 – Champagne Challenge: seconda sfida 

Veniamo accolti dall’ambasciatore Marco Chiesa e da Simone Iemmolo del Bureau con la loro “Cro(e)nologia” dove ci veniva richiesto di ordinare eventi storici chiave della Champagne seguendo la linea temporale.
La parte complessa è arrivata poi con la sfida: 7 Champagne serviti alla cieca. Per i primi quattro, siamo stati chiamata cercare di riconoscere la tipologia tra: Sans année, Blanc de Blancs, Blanc de Noirs e Millésime. In alcuni casi (Blanc de Blancs per esempio) è stata piuttosto “facile” l’identificazione della tipologia mentre altri sono risultati più ostici. Questione di stili, di profondità e sottigliezze. I successivi 3 vini presentavano dosaggi differenti, rispettivamente 0g/l, 7g/l e 10g/l di zuccheri residui. Facile? Non esattamente. Mentre lo Champagne con il dosaggio più alto è quello che non ha creato perplessità, gli altri due, seppur separati da una differenza di dosaggio sostanziale, hanno presentato delle insidie. Hanno influito diversi fattori, tra i quali la malolattica (svolta da un solo vino del lotto) e l’affinamento in legno. Nulla è banale e, soprattutto, nulla è come sembra.

Cro(e)nologia Champagne alla cieca

 

Sala 3 – Champagne Challenge: terza sfida 

Ultimo quiz: abbinare a ciascun formato di bottiglia di Champagne il nome corretto, dal quarto (20cl) al Melchizedec (30litri). Abbiamo invertito due nomi circa a metà scala. Giusto per rinfrescare la memoria, lascio una grafica con i nomi delle bottiglie abbinate ai formati alla fine di questo articolo.
Al termine, poi, la sfida è stata l’ideazione di un evento a tema Campagne per 100 persone. Dovevamo indicare location, stagione o periodo dell’evento, modalità di invito/selezione dei partecipanti, svolgimento e titolo. Il tutto con l’obiettivo di far vedere come lo Champagne possa essere un vino accessibile a tutti portandolo fuori dai canonici momenti di festività natalizie. Un bel momento di confronto tra i partecipanti e… chissà se mai una delle proposte verrà presa in considerazione. Noi abbiamo pensato a un picnic con diversi cestini/menu abbinati ciascuno a una tipologia di campagne differente, il tutto ambientato in un parco nel cuore di Milano. A tenere le fila (e a tenerci con i piedi per terra) ci ha pensato Domenico Avolio, direttore del Bureau du Champagne Italia.

Nonostante la formula “giocosa”, il Bureau, con Champagne Challenge ha trovato un modo dinamico e alla mano per proporre una formazione di alto livello. Buona la prima! Ah, giusto per dovere di cronaca, la sessione del mattino è stata vinta dalla squadra Meunier della quale facevo parte.

 

Lo Champagne si mette in gioco… anche on-line

Il tema del gioco sembra il punto cardine della strategia comunicativa del Bureau a livello internazionale. Dopo il successo dello Champagne MOOC (il primo corso online ufficiale del Bureau du Champagne) di cui vi avevo già parlato in questo articolo, è stato presentato pochi giorni fa A Champagne Story, un gioco on-line dove mettere alla prova le proprie conoscenze.

Ѐ ora di mettersi in gioco!

 

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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