Il Nizza è 2022: 3 giorni, 60 produttori e 100 Nizza DOCG + i miei 10 assaggi migliori.

Il 24 ottobre si è conclusa la terza edizione de Il Nizza è: una sessantina di produttori, e un centinaio di etichette di Nizza DOCG in mescita.
Una panoramica esaustiva di una denominazione che si sta mostrando sempre più compatta. Pochissime le “sbavature”: vini generalmente ben fatti dove alla fine restano da cogliere solo le scelte stilistiche di ciascuna cantina e le sfumature di ogni vino.

 

Una formula vincente

Come altri eventi locali gestiti dai Sommelier AIS (penso a Rosso Barbera di Costigliole d’Asti) in quest’epoca pandemica, anche a il Nizza è hanno deciso di istituire il contingentamento degli accessi. 3 fasce orarie giornaliere, una al mattino e due al pomeriggio con 3 ore di tempo per sessione per poter assaggiare tutti i vini in mescita. Se da una parte il tempo alla fine stringe sempre, dall’altra, lo scarso affollamento ai tavoli favorisce una fruizione dell’evento decisamente godibile. Tutti vorrebbero di più (in termini di tempo) ma obiettivamente è difficile immaginare una gestione migliore.

 

Il Nizza letto attraverso i suoi comuni e… i suoi “Cru”?!?

Dato che il Nizza DOCG può essere prodotto in 18 comuni (Nizza Monferrato,…), a il Nizza è hanno deciso di suddividere i banchi d’assaggio in base ai comuni di provenienza.
Una scelta sensata che ha permesso di apprezzare alcuni tratti comuni tra vini di diversi produttori provenienti da terreni vicini.
Non nascondo di aver apprezzato certe zone più di altre. Agliano Terme, per esempio, è sempre una solida garanzia per quanto mi riguarda.
Sono invece piuttosto perplesso dal voler a tutti i costi parlare di “Cru” senza basi storiche e soprattutto prima che il mercato abbia ancora compreso l’intera denominazione. Per ogni vino proveniente da ogni zona veniva indicato, sul libretto di accompagnamento alla degustazione, un cru di appartenenza. Una leziosità dalle fondamenta fragili: per informazioni “citofonare” ad alcune menzioni geografiche aggiuntive del più famoso Barolo che non si fila nessuno. I Cru dovrebbero essere delle particolari zone o parcelle di elezione che si distinguono dalle altre. Se in una denominazione la totalità delle vigne appartiene a un “fantomatico cru” si fa la fine della Posta Prioritaria che, non avendo nessun servizio postale inferiore, di fatto non ha priorità su nulla. Fine della mini polemica.

 

5 Nizza DOCG che mi sono piaciuti

La Barbatella – “La Vigna dell’Angelo” Nizza DOCG 2019.
Un vino storico quando si parla di Barbera nel territorio di Nizza. Profondo, austero, lungo, materico. Un gran vino che beneficerebbe di più tempo in bottiglia.

Isolabella della Croce – “Augusta” Nizza DOCG 2017
Nonostante siano nella patria della DOC Loazzolo con il Pinot Nero fanno scintille. Poi assaggi il loro Nizza e trovi un vino di grande precisione, intensità e longevità.

Prunotto – “Bansella” Nizza DOCG 2020
Azienda storica entrata a far parte della galassia dei Marchesi Antinori. Seppure io non sia un grande amante della loro produzione toscana, qui siamo di fronte a un vino autentico che si concede molto lentamente. Piacevolmente austero.

Serra Domenico – Nizza DOCG 2019
Una bella famiglia di Agliano Terme con una mano decisamente felice dal Barbera al Cortese passando per il Grignolino. Il loro Nizza è sferzante con note di cliegia marasca che guidano un sorso lungo.

Simone Cerruti – Nizza DOCG 2018
Primo vino che assaggio di questo produttore che so essere specialista nel Moscato. Un Nizza saporito e intenso che fa lavorare la bocca a lungo. Da provare assolutamente a tavola.

 

5 Nizza DOCG RISERVA che mi sono piaciuti

Bersano – “Generala” Nizza DOCG Riserva 2018
Cantina storica di Nizza Monferrato. Mi era già capitato di assaggiare Generala in passato e avevo sempre trovato un pochino troppo legno per i miei gusti. Questo 2018 è più netto, succoso con note di ciliegia e prugna appena matura con un accenno di sapidità.

La Gironda – “Ago” Nizza DOCG Riserva 2016
Una bella realtà di Nizza Monferrato che mi è capitato di apprezzare diverse volte. Un Nizza Riserva di notevole intensità e struttura senza rinunciare alla piacevolezza.

Malgrà – “Mora di Sassi” Nizza DOCG Riserva 2017
Cantina di proprietà della famiglia Miroglio che ultimamente sta “sfornando” vini decisamente ben fatti. In questo caso note di menta, frutti rossi, un accenno di vaniglia e una buona acidità.

Tenuta Il Falchetto “Bricco Rocche” Nizza DOCG Riserva 2017
A casa ho un Bricco Rocche de Il Falchetto annata 2015. Un’annata che in generale (vale per quasi tutte le Barbera 2015 che ho assaggiato) non è mai entrata nelle mie corde per irruenza. Quasi mai pronta. In questo caso invece la 2017 ha dimostrato una buona “docilità” seppur graffiando con una piacevole sapidità.

Dacapo – “Vigna Dacapo” Nizza DOCG Riserva 2018
Una bella cantina di Agliano Terme. Forse uno dei Nizza DOCG Riserva che si scostava di più dagli altri. Un sorso ampio, quasi impegnativo ma appagante.

 

Un fuori classifica e un paio di considerazioni

Una nota fuori classifica per il Nizza DOCG Biologico di Cascina nuova di Paolo Padovani fatto in collaborazione con la cantina per cui lavoro. Ne ho già scritto sul blog della versione rilasciata dalla cantina “È arrivato il primo Nizza DOCG biologico” e non nascondo che mi piace molto ma in questa sede ho voluto dare spazio ad altri.
In buona fine ho trovato dei Nizza meno “pesanti” rispetto a qualche anno addietro. Più agili e versatili. Un desiderio per il fututo? Mi piacerebbe trovare ancora un pizzico in più di freschezza (acidità) tipica dell’uva Barbera anche se mi rendo conto che, dato il modificarsi delle condizioni climatiche, non sia sempre cosa semplice.

 

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Alberto Bracco

WSET 3 in Wine & Spirits, Sommelier FISAR, assaggiatore ONAV , autore per Versanti Mag e bevitore seriale. Nel mondo del vino per lavoro, passione e anche un po' per caso. Seguimi su Instagram o scrivimi una mail

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